"Kavrayamadığınız şeyden tamamen yoksunsunuz;
Hesaplayamadığınız şeyi yok sayıyorsunuz;
Tartamadığınız şeyin ağırlığı da yok sizin için;
Değer vermediğiniz şeyin, işe yaramaz olduğunu sanıyorsunuz."
"Kavrayamadığınız şeyden tamamen yoksunsunuz;
Hesaplayamadığınız şeyi yok sayıyorsunuz;
Tartamadığınız şeyin ağırlığı da yok sizin için;
Değer vermediğiniz şeyin, işe yaramaz olduğunu sanıyorsunuz."
...for he who has once seen the intimate beauty of nature cannot tear himself away from it again. He must become either a poet or a naturalist and, if his eyes are good and his powers of observation sharp enough, he may well become both.
— Konrad Lorenz, King Solomon’s Ring
Konrad Lorenz, L'anello di Re Salomone
“Aesthetic and ethical feeling appear to be closely related… The beauty of nature and beauty of the cultural surroundings created by man, are necessary to keep people healthy, spiritually and mentally. The complete blindness to everything beautiful, so common in these times, is a mental illness that must be taken seriously for the simple reason that it goes hand in hand with insensitivity to the ethically wrong.”
— Konrad Lorenz, Civilized Man’s Eight Deadly Sins 1974
Konrad Lorenz, Gli otto peccati capitali della nostra civiltà, Adelphi (collana Piccola Biblioteca, n°14), 2002²⁶; pp. 40-42.
[1ª ed. originale: Die acht Todsünden der zivilisierten Menschheit. Serie Piper, Bd. 50, 1. Auflage, München 1973]
L’animale in libertà, che potrebbe fuggire e invece rimane perché mi è affezionato, costituisce per me una fonte di gioia ineffabile. (Konrad Lorenz)
“ La fedeltà di un cane è un dono prezioso che impone obblighi morali non meno impegnativi dell’amicizia con un essere umano. Il legame con un cane fedele è altrettanto ‘eterno’ quanto possono esserlo, in genere, i vincoli fra esseri viventi su questa terra. È una riflessione che dovrebbe fare chiunque si appresta ad acquistare un cane. Per altro può anche capitare di conquistarsi la fedeltà di un cane senza volerlo. Durante una gita sciistica mi accadde di fare la conoscenza di un segugio hannoverano di nome Hirschmann. L’animale aveva allora circa un anno ed era il classico tipo del cane senza padrone. Il suo padrone infatti, capo dei guardaboschi, adorava il suo vecchio e irsuto cagnaccio e aveva poca simpatia per quel cucciolotto maldestro che forse non era davvero tagliato per la caccia. Hirschmann era molto sensibile e tenero, e anche un po’ timido con il suo padrone, il che non deponeva a favore delle capacità di educatore del guardaboschi. D’altro canto, il fatto che già al secondo giorno dopo il nostro arrivo il cane ci accompagnasse in una lunga gita con gli sci non mi pareva un segno di carattere da parte dell’animale. Ebbi l’impressione che si trattasse di un Kalfakter [espressione tedesca che significa: cane che corre dietro a chiunque; NdA] molto a torto, devo dire, perché ben presto si vide che non correva dietro a noi, bensì a me personalmente. Quando poi una mattina lo trovai che dormiva davanti alla porta della mia camera, cominciai ad assumere un atteggiamento più distaccato, intuendo che stava per germogliare un grande amore canino. Ma era già troppo tardi: il giuramento di fedeltà era pronunciato. Al momento della mia partenza la tragedia fu chiara. Quando volli prenderlo per impedirgli di correrci nuovamente appresso, Hirschmann rifiutò di ubbidire. A coda bassa, tremante di eccitazione, si teneva a debita distanza e i suoi occhi d’ambra dicevano: «Puoi chiedermi qualunque cosa, ma non di lasciarti». Capitolai. «Signor guardaboschi, quanto costa il cane?». Il guardaboschi, dal cui punto di vista il comportamento di Hirschmann era quello di un disertore, senza pensarci un secondo rispose : «Dieci scellini». Suonò come un insulto, e del resto voleva esserlo. Prima che potesse riflettere meglio, aveva in mano il denaro, e con un certo tramestio tre paia di sci e due paia di zampe si misero in moto. Sapevo che Hirschmann mi avrebbe seguito ma, del tutto erroneamente, pensavo che da principio, ancora pieno di cattiva coscienza, si sarebbe tenuto a una certa distanza, convinto di non essere autorizzato a seguirci. Le cose però andarono diversamente : come una palla di cannone il grosso animale mi fu addosso con un balzo e mi fece battere violentemente il femore sul ghiaccio della strada. La stabilità di uno sciatore di fronte a un grosso cane che lo aggredisce di lato è, a dir poco, minima. Ma Hirschmann eseguiva addirittura una danza di gioia sul mio corpo disteso. Era chiaro che avevo ampiamente sottovalutato la sua capacità di comprendere la situazione. “
Konrad Lorenz, E l’uomo incontrò il cane, traduzione di Amina Pandolfi, Adelphi (collana Piccola Biblioteca), 2002³²; p. 60.
[ Edizione originale: So kam der Mensch auf den Hund, Verlag G. Borotha-Schoeler, Wien, 1950 ]
Konrad Lorenz, L'anello di Re Salomone
La vita cerca problemi e l'offerta di problemi è significativa per il successo; una mancanza di problemi può provocare una stagnazione. (Konrad Lorenz)
Happy birthday Konrad Lorenz, all of us on this day remember you with respect, admiration and affection
Konrad Lorenz studying the behavior of goslings, Westphalia, Germany, 1955.
man meets dog (penguin books, 1964 ed.)
Konrad Lorenz with his goslings